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Protezione solare: a cosa serve

Con l’inizio della bella stagione è bene preparare la pelle per fare in modo che l’abbronzatura non risulti dannosa e aggressiva. Si possono anche assumere integratori ad azione antiossidante con formule potenziate 
in capsule o compresse, che, prese almeno 1 mese prima dall’esposizione ai raggi solari, proteggono dai danni provocati dai raggi UV, garantendo un’abbronzatura omogenea.

Scegliendo i solari a fattori di protezione (spf) più indicati per la nostra pelle, ci garantiamo di poter passare un’estate fantastica, senza scottature né traumi, ma solo con il piacere di sentirsi più in forma, in salute e pieni di rinnovata bellezza.

Protezione solare: a cosa serve

Questo sa fare il sole!

L’organo della pelle: cenni di struttura

La pelle è uno degli organi più estesi del corpo umano ed è costantemente in contatto con l’ambiente esterno, per questo svolge una funzione protettiva e tegumentaria contro le minacce esterne.

E’ divisa in due strati principali: l’epidermide, più superficiale (organizzata a sua volta in sottostrati minori come lo strato basale, spinoso, granuloso, lucido  e corneo) e il derma, più profondo, ricco di vasi sanguigni.

I principali tipi di cellule che compongono l’epidermide sono i cheratinociti e i melanociti.

I cheratinociti immaturi hanno un alto tasso di proliferazione, via via che maturano passano dallo strato basale agli strati superiori, accumulando progressivamente una proteina filamentosa chiamata cheratina.

I melanociti, siti nel basale dell’epidermide, producono invece melanina, un pigmento derivato dall’amminoacido tirosina che può assumere una colorazione da marrone a rossastra.

La quantità di melanina di un essere vivente determina il suo grado di pigmentazione, incidendo nella colorazione della pelle, dell’iride, dei capelli.

I melanociti sono dotati di ramificazioni chiamate dendriti usate per comunicare con i cheratinociti. Ogni melanocita è in contatto con circa 40 cheratinociti e insieme formano una unità detta unità “epidermico-melanica”.

La gamma dei raggi UV

I raggi UV si dividono, a seconda della lunghezza d’onda, in UVA (320-400nm), UVB (280-320nm) e UVC (200-280nm). Questi ultimi sono in genere schermati dallo strato di ozono e non raggiungono la superficie della Terra. I raggi UVB sono schermati dai vetri delle finestre e delle macchine mentre gli UVA passano attraverso i vetri e possono raggiungere gli strati più profondi della pelle.

Si stima che il tra il 20 e il 50% dei raggi UVA riesca a raggiungere lo strato dei melanociti mentre solo il 9-15% degli UVB riesce ad arrivare a tale profondità.

Mentre i raggi UVB (che colpiscono gli strati più superficiali) sono maggiormente responsabili di eritemi e scottature, i raggi UVA sono tra le maggiori cause dell’incidenza dei tumori della pelle (melanomi). L’unico effetto benefico noto è legato alla stimolazione da parte degli UVB della produzione di vitamina D.

L’abbronzatura: il suo meccanismo di attivazione

In seguito ad uno stimolo come l’esposizione ai raggi UV, i cheratinociti mettono in moto una serie di segnali molecolari che attivano i melanociti i quali, a loro volta, avviano la sintesi della melanina e la accumulano in granuli detti melanosomi che vengono inviati ai cheratinociti.

Qui i melanosomi si dispongono intorno al nucleo cellulare in modo che la melanina in essi contenuta protegga il DNA dal danno UV-indotto. Infatti i raggi UV in generale sono pericolosi in quanto stimolano la produzione di specie reattive dell’ossigeno (i “ROS”, i noti radicali liberi) che danneggiano direttamente la doppia elica del DNA, aumentando il rischio di accumulare mutazioni che possono portare allo sviluppo di tumori.

La melanina, grazie alla sua struttura chimica ricca di doppi legami, è in grado sia di schermare le radiazioni, sia di reagire con i radicali liberi UV-indotti, prevenendo i danni potenziali dovuti all’esposizione alla luce solare.

L’abbronzatura è quindi una risposta difensiva della pelle e si realizza in due fasi: una fase precoce e una fase tardiva.

La fase precoce è rapida e stimolata soprattutto dai raggi UVA. Inizia immediatamente dopo l’esposizione, raggiunge il proprio massimo dopo 1-2 e ore e scema dopo 3-24 ore dopo. Questo processo rapido è dovuto alla traslocazione dei melanosomi esistenti verso le regioni periferiche dei melanociti e non coinvolge la sintesi di nuova melanina.

La fase tardiva, invece, è un fenomeno graduale stimolato principalmente dai raggi UVB. Il processo inizia dalle 48 alle 72 ore dopo l’esposizione, raggiunge il massimo dopo 3 settimane e la pelle non torna al livello di partenza prima di 8-10 mesi dopo l’esposizione.

Questo secondo processo, a differenza della risposta immediata, coinvolge sia l’aumento nel numero di melanociti sia la sintesi di nuovi melanosomi e nuova melanina. Considerando che complessivamente il DNA di una singola cellula subisce ogni giorno almeno 500.000 singole lesioni (in genere eliminate da efficienti sistemi di riparazione molecolari) la melanina è una fedele alleata che preserva il DNA cellulare, oltre che regalarci l’abbronzatura.

La crema solare

Il buon utilizzo della protezione solare è un prezioso alleato della salute!

Nessuna crema solare può proteggere completamente dalle radiazioni UV e dai danni che arrecano esagerando con l’esposizione.

Le vecchie regole fondate sul buon senso rimangono comunque sempre valide: non esporsi nelle ore più calde, usare cappello, occhiali da sole, abbigliamento adeguato.

Per scegliere la giusta protezione solare occorre far riferimento all’indice SPF, che indica il livello di protezione dai raggi UVB. Le categorie standard sono quattro: 6-10 protezione bassa, 15-25 protezione media, 30-50 protezione alta, 50 protezione molto alta.

Ma schermarsi solo dai raggi UVB, non è sufficiente, anzi, il danno più grave e “silenzioso” è apportato dall’esposizione non protetta ai raggi UVA i quali, senza dare sensazione di scottatura nè percezioni negative, provocano invecchiamento cutaneo, rughe, macchie ed hanno un legame accertato con lo sviluppo del melanoma.

Per questo oggi è un imperativo comperare creme solari che assicurino una protezione ad ampio spettro, sia contro gli UVB che contro gli UVA. Ogni filtro solare deve offrire uno schermo UVA che sia uguale ad 1/3 di quello UVB.

Particolarmente importante è che ogni prodotto sia resistente all’acqua (water resistant) e che comunque nel tempo venga spesso riapplicato.

Quindi attenzione alla scelta dei:

L’utilizzo di prodotti autoabbronzanti o intensificatori dell’abbronzatura non è dunque ben accetto dalla pelle, se non per quei soggetti già abbronzati o con un fototipo scuro.

Massima precauzione nei confronti dei bimbi, per i quali è imperativo evitare le scottature che possono dare seri danni nel lungo periodo: la loro pelle infatti “memorizza” le ustioni. Quindi è assolutamente raccomandabile l’utilizzo di solari per bambini di elevata qualità, ad alta e ampia protezione, a loro strettamente dedicati…oltre che il buon senso durante le giornate trascorse al mare.

Per ripristinare poi il film idrolipidico della pelle e restituirle il giusto grado di idratazione, dopo la doccia sempre applicare un buono strato di crema doposole per evitare così la fastidiosa “sensazione di pelle che tira” e regalarsi anzi una sensazione di comfort e benessere.

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