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Carenza di vitamina D: sintomi e cause

La carenza di vitamina D è una condizione che colpisce uomini e donne di ogni età e, solitamente, è il risultato di abitudini di vita scorrette che portano a uno scarso apporto di questo nutriente nell’organismo.

Sintomi e cause della carenza di vitamina D

La vitamina D svolge l’importante funzione di regolare l’assorbimento di calcio e fosforo, ma influisce anche su altri processi metabolici. È fondamentale per rinforzare le ossa, ma anche per mantenere la salute cardiovascolare, garantire il funzionamento della tiroide, controllare le infezioni, ridurre le infiammazioni e contrastare la crescita delle cellule tumorali.

Quando i livelli di questo prezioso nutriente sono insufficienti, possono verificarsi condizioni patologiche che incidono sulla qualità della vita, come osteoporosi, rachitismo, osteomalacia e altre tipologie di deformazioni ossee associate all’alterazione del metabolismo osseo.

Sintomi

La carenza di vitamina D è considerata una condizione subdola perché è solitamente asintomatica. Tende a manifestarsi con una certa sintomatologia solo quando i livelli di vitamina D sono davvero molto bassi.

Normalmente, i valori di vitamina D sono compresi tra i 30 e i 100 ng/ml. Si parla di insufficienza quando i valori si aggirano tra 20 e 30, di carenza quando sono inferiori a 20 e di carenza grave quando scendono sotto a 10.

Questi sono i sintomi più comuni associati alla carenza di vitamina D:

  • dolore alle ossa;
  • dolore alle articolazioni;
  • dolore ai muscoli;
  • fragilità ossea.

La carenza può provocare un dolore diffuso alle ossa. Questo avviene perché la vitamina D è cruciale per l’assorbimento del calcio, che contribuisce a mantenere le ossa forti. Il dolore può variare da lieve a grave e può essere costante o manifestarsi durante i movimenti.

La vitamina D è essenziale anche per la salute delle articolazioni. In caso di carenza, si possono avvertire dolori articolari, spesso scambiati per problemi reumatici. Questi possono interessare le articolazioni principali, come ginocchia e spalle, o anche le piccole articolazioni delle mani.

La debolezza muscolare è comune in chi presenta livelli insufficienti di vitamina D. Questa, infatti, è coinvolta nella funzione muscolare e la sua mancanza può causare dolori diffusi.

Un altro sintomo caratteristico è la fragilità delle ossa. La vitamina D è necessaria per l’assorbimento del calcio e il mantenimento della densità ossea. Senza una quantità sufficiente di questo nutriente, le ossa possono diventare più fragili e suscettibili alle fratture, specialmente nelle persone anziane.

La carenza può manifestarsi anche con sintomi neurologici, tra cui:

  • stanchezza ricorrente;
  • stati confusionali;
  • contrazioni muscolari involontarie;
  • difficoltà a pensare in modo chiaro;
  • ansia;
  • disturbi del sonno.

I sintomi della carenza di vitamina D sono difficili da riconoscere perché sono molto simili a quelli di altri disturbi che causano dolore o debolezza, come l’osteoporosi, l’artrite reumatoide o la fibromialgia.

Cause

Una volta diagnosticata la condizione di deficit attraverso le analisi del sangue, è fondamentale rivolgersi al proprio medico curante per sottoporsi ad un’anamnesi accurata ed eseguire esami diagnostici per risalire alle cause scatenanti, così da pianificare la terapia più adeguata da seguire.

Rientrano tra le cause della carenza di vitamina D:

  • inadeguata esposizione al sole, in particolare ai raggi UVB;
  • alimentazione scorretta;
  • malassorbimento intestinale;
  • patologie renali ed epatiche;
  • carnagione scura;
  • assunzione di farmaci, quali antiepilettici, glucocorticoidi, antimicotici, antiepilettici e farmaci per l’HIV.

La principale fonte di vitamina D per il corpo umano è la sintesi cutanea indotta dai raggi UVB. L’esposizione regolare e moderata al sole è fondamentale per la produzione di questo nutriente. Tuttavia, l’uso eccessivo di protezione solare, l’abitudine di coprirsi o la scarsa esposizione al sole, specialmente in determinate stagioni o regioni, possono portare a una carenza.

Anche se alcuni alimenti contengono vitamina D, come pesce grasso, latte, tuorlo d’uovo e funghi, da soli possono non bastare per soddisfare il fabbisogno giornaliero. Questa condizione può contribuire al deficit vitaminico, soprattutto se non si assumono integratori.

Alcune condizioni mediche, come la celiachia, il morbo di Crohn o l’enteropatia da HIV, possono compromettere l’assorbimento della vitamina D nell’intestino tenue. In queste circostanze, anche se una persona assume il nutriente attraverso l’alimentazione o l’esposizione al sole, il corpo potrebbe non essere in grado di assorbirlo adeguatamente.

I reni e il fegato svolgono un ruolo chiave nella conversione della vitamina D in forma attiva. Qualsiasi danno o compromissione di questi organi può influire sulla produzione del nutriente, portando a una carenza.

Le persone con pelle scura hanno una maggiore quantità di melanina che può agire come uno schermo naturale contro i raggi UVB. Di conseguenza, possono richiedere una maggiore esposizione al sole per sintetizzare quantità sufficienti di vitamina rispetto a quelle con pelle più chiara.

Alcuni farmaci possono influire sulla produzione o sull’assorbimento del nutriente. Ad esempio, antiepilettici, glucocorticoidi, antimicotici e farmaci per l’HIV possono interagire con il metabolismo della vitamina, riducendone i livelli nel corpo. Chi assume regolarmente questi farmaci deve essere monitorato attentamente per prevenire carenze.

I principali fattori di rischio associati alla carenza di vitamina D sono l’età avanzata, la gravidanza e l’allattamento al seno, l’abuso di alcol e il fumo di sigaretta.

Uso integratori vitamina D

La vitamina D viene prodotta naturalmente dal corpo quando è esposto ai raggi UV, ma può essere assunta anche attraverso la dieta. La sola alimentazione, però, può non bastare per compensare ciò che non si riesce ad ottenere con l’esposizione al sole.

Anche se possiamo trovare la vitamina D in alimenti come il salmone, le uova e il latte, il nostro fabbisogno quotidiano può essere difficile da soddisfare completamente attraverso la dieta. Ecco perché spesso si ricorrere agli integratori di vitamina D.

L’uso di questi prodotti è consigliato ai soggetti che soffrono di carenza o che sono a rischio deficit, come anziani, bambini, persone con carnagione scura, obesi e donne in gravidanza o che allattano.

Seguire le indicazioni del proprio medico curante è fondamentale perché, se assunta in eccesso, la vitamina D può diventare tossica e avere effetti collaterali a carico di reni e cuore.

Gli integratori con vitamina D sono disponibili in diverse forme. Le più diffuse sono capsule, compresse, gocce, sciroppi e bustine. Le formulazioni tra cui scegliere sono numerose: quelle più comuni sono le multivitaminiche o quelle a base di vitamina D pura.

I migliori integratori di vitamina D contengono vitamina D3 (colecalciferolo, di origine animale) e vitamina D2 (ergocalciferolo, di origine vegetale), oltre ad altre sostanze nutritive, come il magnesio, e additivi o addensanti.

La scelta del prodotto da acquistare dipende dal tipo di alimentazione che si segue, dal luogo in cui si vive e anche dell’entità della carenza. L’uso di integratori non è risolutivo, ma può essere un alleato prezioso per aumentare i livelli ematici e prevenire eventuali complicanze.

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